Boston by Night

Un ospite indesiderato

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    Driant
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    00 06/02/2018 00:14


    Dimenticate la Boston che credete di conoscere.


    Dimenticate le case pittoresche e gli allegri pub chiassosi. Dimenticate le parate colorate, le boutiques eleganti e gli angoli pittoreschi.
    Appena oltre la superficie, al di là delle insegne opalescenti al neon, la vecchia, decadente città mostra il suo vero volto.
    Le industrie pesanti, prive di controlli e sovvenzionate da individui privi di scrupoli, vomitano nel fiume tonnellate di scorie e liquami, avvelenando l'aria con i loro fumi tossici. I lavoratori sono poco più che schiavi nelle mani di padroni rapaci. Nelle periferie segnate dal degrado, regno dell'abuso edilizio degli ultimi trent'anni, bande di ladri, spacciatori e delinquenti imperversano indisturbate, mentre i poliziotti sul libro paga dei boss malavitosi guardano da un'altra parte.
    Nei quartieri bene, politici corrotti e banchieri arrivisti si contendono le prime pagine dei migliori quotidiani prezzolati a colpi di scandali e citazioni in giudizio, contando sull'aiuto dei loro amici nei palazzi di giustizia e nelle amministrazioni, mentre sotto le loro finestre bambini affamati chiedono l'elemosina agli indifferenti passanti, gli orfani di coloro che hanno pagato il prezzo più alto per essersi trovati al posto sbagliato nel momento sbagliato.
    Nei vicoli sporchi e poco illuminati, randagi macilenti frugano fra i cumuli di spazzatura dietro ai negozi, quelle botteghe che ancora sopravvivono pagando il pizzo al racket locale mentre vengono lentamente strangolate dalle tasse usuraie.
    Profitto e ingordigia smodata sono ovunque i padroni assoluti, e la disperazione più nera chiude in una morsa i vulnerabili innocenti.

    Ma nelle lunghe notti invernali, tra i grattacieli di vetro e acciaio e i pinnacoli delle chiese neogotiche, sono i veri artefici di tutto ciò a condurre gli eventi, tirando le fila dei loro burattini e tessendo trame che si dipanano nei decenni.

    Non sono gli umani.

    Sono i Vampiri...










    La solitaria, malinconica melodia di un violoncello risuona sommessa nell'Elysium. La grande sala barocca della Boston Opera House, piena di oro, stucchi e affreschi, è quasi completamente deserta, eccettuati i pochi servitori Ghoul che si aggirano discretamente ai suoi margini.
    Dalla penombra di una delle logge laterali, Damien osserva il patio al di sotto con aria pensosa, seduto accanto alla balaustra. Solo sul palco, Imogene Wedgewood suona il suo strumento, sfiorandolo con gesti aggraziati.
    Perfino da quella distanza pare di poter distinguere il sorriso sardonico dell'Arpia.

    "Eviterò preamboli inutili" esordisce d'un tratto lo Sceriffo, riportando lo sguardo sugli altri cinque presenti, tre uomini e due donne, seduti sul divano scarlatto di fronte a lui.
    "E' il vostro primo incarico ufficiale, quindi sapete bene cosa questo possa significare per voi, e per la vostra esistenza futura..." sottolinea, osservandoli uno ad uno per un secondo, prima di aspirare un lungo tiro dalla sigaretta.
    Si dice che il fumo sia un vezzo rimastogli da quando era ancora in vita.
    "Siamo stati informati che stanotte arriverà in città uno straniero" prosegue Damien, sporgendosi un poco in avanti e puntellando i gomiti sulla scrivania di legno scuro, "un Fratello di cui non conosciamo il nome, nè gli intenti. Sbarcherà poco prima dell'una a South Boston, al molo 43".
    La sua voce è pacata, quasi noncurante, mentre espone le informazioni. Ma chiunque, in città, sa che Damien Hammett non ricopre quella carica per caso.
    "Voi lo seguirete senza dare nell'occhio. Gli darete un'ora di tempo, dopo di che, se non si sarà ancora presentato, lo preleverete e lo porterete qui. Nel frattempo, dovrete scoprire il motivo della sua visita", ordina, con un tetro sorriso.
    "Domande..?"
    [Modificato da Driant 09/02/2018 16:49]
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    Ekaterina.Bulgakova
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    00 08/02/2018 18:30
    Una donna bionda dall'aria malinconica, vestita con un lungo cappotto dal bordo di pelliccia, risponde, con un leggero accento straniero."Si. C'è qualcosa da cui lo possiamo riconoscere? E se questa persona non fosse contenta di seguirci, cosa siamo autorizzati a fare?"
    [Modificato da Ekaterina.Bulgakova 08/02/2018 18:31]
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    Vicky_Herrera
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    Cainita
    00 12/02/2018 11:33
    Nemmeno la splendida l'elegia di morte che rimbomba in tutto il teatro in quella mattina gelida d'inverno riesce a sgomberare la sua mente dal pensiero rabbioso che per quel giorno aveva decisamente altri - e più urgenti - piani.
    Ma una convocazione dello Sceriffo è merce da non sottovalutare, non solo per l'obbligo di obbedienza che esige, ma per il prestigio che un verdetto di missione compiuta potrebbe rappresentare.
    Mente salda, sguardo circospetto e meticoloso passaggio in rassegna di ogni angolo della sala che possa essere raggiunto dalla vista solo roteando le pupille ai margini più esterni dell'occhio, ma senza spostare di un solo millimetro la testa. La sua diffidenza scivola, tra il palco e la platea, tra poltrona e poltrona, tra visi noti e sconosciuti, accompagnata dal violoncello di Imogene. Tenta di percepire eventuali minacce.
    Un istante prima che Damien parli, getta una rapida occhiata ai Fratelli convenuti. Assottiglia leggermente lo sguardo come quando si cerca di ricordare qualcosa, poi all'udire il suono stentoreo della voce dello Sceriffo, si volta verso di lui.
    La missione è chiara e apparentemente semplice, ma prima che possa formulare la propria domanda, un suono di voce tenue, ma fermo proviene da un punto imprecisato accanto a lei, dando voce a ciò che anch'ella stava pensando. Scruta per qualche istante la donna che ha parlato, poi torna con lo sguardo su Damien, in attesa della sua risposta.
    Per ora, tace.
    [Modificato da Vicky_Herrera 12/02/2018 11:43]
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    Sara_BostonByNight
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    00 12/02/2018 12:09
    Il ragazzo seduto all'estremo del divano si sporge in avanti, ruota la testa per guardare chi ha parlato.
    La luce dei candelabri si riflette sulle lenti tonde dei suoi occhiali, un lampo inquietante.
    "Be', io spero molto che non voglia seguirci," dice sorridendo -- un sorriso che si allarga un po' troppo.
    [Modificato da Sara_BostonByNight 12/02/2018 12:18]

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    Brick!
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    JckBurton
    Post: 7
    00 13/02/2018 00:45
    Un uomo alto e massiccio è accomodato con le gambe accavallate e osserva con aria meditabonda Damien con il mento appoggiato sul grosso pugno, il cranio rasato riflette le luci del teatro.
    Quando apre la bocca la voce esce bassa e profonda: "Ho molte domande, ma non è certo qui che devo farle. Non mi piace quando qualcosa si muove al porto e io non vengo a saperlo. Vuol dire che qualcuno si è dimenticato di riferire qualcosa, o che forze più grandi di me si stanno muovendo". Rimane in silenzio, come ad attendere una conferma o una smentita a questa sua seconda ipotesi.
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    Mr Lowell
    Post: 3
    00 13/02/2018 00:51
    Seduto con le gambe accavallate e le braccia larghe lungo la spalliera della sedia con aria trasognata Mr Lowell rotea la mano sinistra a tempo con la malinconica melodia del Violoncello, come fosse un discreto direttore d'orchestra.

    Le sue dita sono affusolate ed I suoi movimenti così suadenti che non sapresti dire, a guardarli, se sono studiati in ogni loro impercettibile passaggio o se gli riescono naturali.

    Aldilà delle parole di Damien, che pure lo incuriosiscono, l'atmosfera che si respira nella Boston Opera House lo riempie di una eccitazione quasi erotica che dissimula fingendo di trasalire. Si schiarisce la voce e mentre rimane con lo sguardo fisso su Imogene Wedgewood, chiede: "Posso avere, prima, il piacere di conoscere questi miei illustri compagni di viaggio?
    E ancora, c'è un qualche motivo per il quale siamo stati scelti proprio noi per collaborare?
    C'è forse qualche talento, in queste pregiate sorelle, che merita d'esser reso noto?

    E mentre pone l'ultima domanda, sembra accarezzare delicatamente con lo sguardo ciascuna delle due donne.
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    Driant
    Post: 11
    00 14/02/2018 19:21

    "I tuoi non lo sanno ancora, Burton" replica Damien, facendo cadere con meticolosa attenzione la cenere della sigaretta in un posacenere di vetro scuro, "l'informazione è giunta solo poche ore fa dai miei diretti contatti. E.." si interrompe, osservando nuovamente i presenti con quel suo sguardo penetrante, mentre sottolinea con forza quella congiunzione, "dal momento che questi non sono riusciti a saperne di più, mi aspetto assolutamente che il nostro nuovo arrivato non abbia alcuna intenzione di rivelare il suo nome o lo scopo della sua visita. Pertanto, siete autorizzati a fare tutto il necessario per condurlo qui, senza violare in alcun modo la Masquerade" spiega con calma.

    "Quanto a voi, siete carne da cannone" dichiara candidamente, "se avrete successo, il merito sarà della città e del Principe. In caso contrario..." lascia in sospeso, scrollando leggemente le spalle e facendo balenare quel suo terribile sorriso.

    "Avrete tempo per fare conoscenza quando sarete fuori di qui" conclude lo Sceriffo in tono annoiato, scacciando via quasi la domanda con un gesto della mano, lasciando una sottile traccia di fumo in sospensione nell'aria immobile.

    Quel movimento ha tutta l'aria di essere un commiato.


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    Ekaterina.Bulgakova
    Post: 7
    00 15/02/2018 11:56
    La donna bionda si agita sulla sedia, e rivolge un sorriso imbarazzato alla ragazza mora. E' chiaro che, più che essere spaventata, non ha nessuna voglia di essere lì. E, soprattutto, che si trova a disagio in quella compagnia, che non le piace per niente.
    Alla fine scambia un rapido sguardo con l'uomo massiccio seduto al suo fianco, che evidentemente conosce piuttosto bene, e dice "Può fidarsi di noi, Sceriffo, glielo porteremo in un modo o nell'altro". Mentre si alza per uscire, non riesce a reprimere, per quanto si sforzi, uno sguardo di disprezzo e in direzione del vecchio e del ragazzo. "Jack, questi dobbiamo proprio portarceli dietro?", sussurra in modo appena percettibile al suo compagno, ben attenta a non farsi sentire da Damien.
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    Vicky_Herrera
    Post: 7
    Cainita
    00 17/02/2018 11:46
    Imogene continua a suonare quell'epitaffio sonoro, senza parole, ma egualmente evocativo. Vicky vi si abbandona per qualche istante, continuando a tacere, mentre Damien risponde all'uomo massiccio che gli ha rivolto quella domanda impertinenete. Poi si volta a guardarlo, quell'uomo, che pare, da come parla, il padrone del porto, ma mentre si volta incrocia lo sguardo della ragazza bionda, che apparentemente si era voltata proprio nella sua direzione e le stava rivolgendo un sorrisetto imbarazzato evidentemente per le parole del vecchio. Vicky scrolla la testa e alza leggermente una spalla, con espressione noncurante. Poi si alza e confluisce in uno dei corridoi che separano le file di poltrone muovendo qualche passo in avanti e superando quindi la fila che i cinque stavano occupando. Porteremo a termine la missione! asserisce con sguardo fermo e fieramente diretta a Damien. Grazie per quest'opportunità. Onore e meriti al nostro Principe e al suo Ministro. Abbozza poi un impercettibile inchino, abbassando leggermente il capo e piegando appena il ginocchio destro. Un movimento leggero, fluido, non cerimonioso, né appariscente, quasi più frutto di un automatismo che dell'intenzione. Poi si volta e passando accanto ai compagni si rivolge al vecchio e piegandosi leggermente verso di lui, ancora seduto gli bisbiglia all'orecchio Il mio talento speciale, nonno, è quello di riconoscere uno stronzo quando ne incontro uno poi riguadagna la posizione eretta, lo fissa in viso, sfodera uno dei suoi migliori sorrisi e gli strizza l'occhio. Ma le presentazioni le rimanderei a quando saremo soli, non trovi? aggiunge con una cadenza tenuemente languida, facendo eco a quanto appena detto da Damien.
    Infine sposta lo sguardo sul ragazzo giovane, la sua espressione è seria, quasi di rimprovero. Procede oltre, avviandosi quindi verso l'uscita dietro l'omaccione e la ragazza bionda.
    [Modificato da Vicky_Herrera 17/02/2018 11:58]
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    M.Lowell
    Post: 4
    00 17/02/2018 21:51

    Mr Lowell osserva divertito la reazione imbarazzata e al contempo disgustata della bionda mentre ascolta le parole di Damien con molta attenzione. "e che carne..."

    Nel frattempo si accorge che la bruna gli si sta facendo presso e con movimenti morbidi e provocatori accosta il suo bel faccino latino al suo orecchio. Ha una voce bellissima, lievemente roca. Lo chiama "nonno". Mentre si risolleva si possono scorgere tutte le sue curve. Mr Lowell sembra deliziato da tutto questo e non solo...

    Si salza, si riabbottona la giacca ed i polsini: "Così sià, onoreremo il principe ed il Ministero" e poi, rivolgendosi elegantemente ai suoi compagni di avventura e fissandoli uno per uno negli occhi per poi finire fra le pupille della latina "e lo faremo, sembra, con evidente talento ed iniziativa, Bambina". Fa per congedarsi ma all'improvviso si ferma: "Sceriffo, ha una qualche indicazione specifica rispetto a come le informazioni o il Fratello le vengano recapitate?
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    Sara_BostonByNight
    Post: 7
    00 18/02/2018 00:30
    Brick guarda intorno per il teatro: il fetore dei servitori ghoul assalta in modo offensivo le sue narici. Tutto questo prestigio, e grandiosità, e potere, per poi circondarsi di scarafaggi. Disgustoso.

    Ma ancora più disgusto è diretto ai suoi… compagni. La semplice parola lo farebbe vomitare, se solo ne fosse in grado. Se fossero utili, potrebbe tollerarli, ma così… una stronza che se la tira, una maniaca del controllo, il così-importante-e-così-potente signore del porto, e un vecchio bavoso. Ciascuno che pensa di essere un pezzo grosso, ciascuno che cerca di portare aventi le proprie trame. Come se non fossero tutti qui solo perché i loro Sire glielo hanno ordinato.

    La rabbia divampa in lui al pensiero del suo Sire, ma la riesce a contenere, riportando l’espressione del proprio viso al suo solito sorriso sornione. Brick odia questa situazione, ma non è abbastanza sciocco da mettere a repentaglio ciò che è veramente in gioco: la libertà, quel poco che può averne in quanto Cainita.

    Se fare il bravo e giocare pulito può significare non dover più strisciare ai piedi del suo Sire, be’ lo farà. O, almeno, la mia versione di pulito…

    Gli altri hanno iniziato ad alzarsi e congedarsi, facendo riverenze e inchini e baciando il culo allo Sceriffo. Ma, tra di loro, si stanno già sputando le parole addosso l'un con l'altro. Se Brick vuole riuscire in questa missione, sa che dovrà fare affidamento solo su se stesso e sulle sue capacità.

    Osserva la bruna che prova a mettere il vecchio al suo posto – poi guarda Brick, quasi con rimprovero.

    Brick annuisce impercettibilmente in segno di scusa e fa un sorriso smagliante. Ok, giochiamo a fare gli amici, per ora.

    Con un movimento fluido, si alza e si gira sul posto per rivolgersi allo Sceriffo, senza nessuna traccio del suo precedente atteggiamento irriverente. "Affronteremo la situazione dello sconosciuto senza esitazione, Sceriffo," dice Brick chinando la testa. "Faremo rispettare la pace e l'autorità del Principe."

    --
    Brick!
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    JckBurton
    Post: 7
    00 18/02/2018 20:12
    Jack si alza lentamente dalla sedia e aggiusta la leggera giacca di pelle che indossa. Inarca un angolo della bocca in un leggero sorriso e risponde a bassa voce a Nadia. Mia cara, temo che se Damien ha deciso che sia un lavoro da cinque persone, vuol dire che sicuramente è il numero minimo di forze da mettere in campo, quindi ci converrà collaborare con loro. Solitamente lo Sceriffo sa sempre quello che fa e sono curioso di sapere perchè ha scelto proprio questi soggetti aggiunge poi alzando la voce e volgendo lo sguardo verso il signore ed il ragazzo Un vecchio amico mi disse una volta che per comporre una squadra per una missione ci vuole la giusta composizione di muscoli e cervello, vedremo di quale compagine fanno parte i nostri nuovi compagni.
    Cancella in sorriso dal viso, si volta poi verso lo sceriffo e aggiunge con un leggero inchino Cercherò di fare in modo che la zona sia più sgombra possibile affinché non ci siano interferenze esterne.
    E rivolgendosi poi al resto del gruppo Signore, signori. Dopo di voi

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    Driant
    Post: 11
    00 19/02/2018 15:07

    "Come ho già detto, se entro un'ora non si sarà presentato portatelo qui" risponde Damien, sollevando dalla sedia la sua figura robusta mentre spegne la sigaretta, premendola nel posacenere.
    "Fate in modo che nessuna delle vostre azioni, o parole, o persino pensieri, vada lontanamente ad intaccare la Masquerade" ribadisce, guardando torvo i presenti per un'ultima volta.
    "Lascio al vostro acume il compito di decidere se le informazioni che ricaverete nel frattempo avranno bisogno della mia immediata attenzione" scandisce, "in tal caso potrete trovarmi qui, o all'Old Tower Pub. Ora fate i bravi bambini, e andate a giocare al porto. Avete poco più di un'ora prima che il nostro ospite arrivi in città" conclude sbrigativamente, voltando le spalle agli altri e scomparendo oltre un pesante tendaggio scarlatto.
    I lunghi corridoi ovattati e l'ampio atrio in marmo attendono gli altri cinque, prima di raggiungere l'uscita del teatro.
    Fuori, una pioggia leggera e gelida bagna le strade scure di Boston.
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    Ekaterina.Bulgakova
    Post: 7
    00 19/02/2018 21:37
    La donna bionda sospira rassegnata. Dimostra una quarantina d'anni ben portati e ha un look tra il ricercato e l'aggressivo, da tigre del ribaltabile, che però sembra decisamente fuori luogo su di lei. "Va bene, dobbiamo fare questa cosa, facciamola in fretta. Io sono Nadia". L'accento è inequivocabilmente russo, anche se la sintassi è perfetta. Il tono si sforza di essere cordiale. "Quella è la mia macchina e una patente ancora valida per ogni evenienza. Siamo in cinque. Non è esattamente un suv ma direi che ci stiamo, se ci stringiamo un po' e nessuno fa i capricci". E indica una vecchia Twingo gialla parcheggiata al lato della strada. Con tanto di tagliando per la sosta, pagato per un'ora, esposto diligentemente sul parabrezza. Fa una pausa, guarda l'uomo massiccio come per chiedergli il permesso e poi, facendo bene attenzione ad evitare lo sguardo del vecchio, fissa la ragazza mora. "Cara, perdonami, non ho afferrato bene il tuo nome. Siedi davanti con me?".
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    Vicky_Herrera
    Post: 7
    Cainita
    00 23/02/2018 00:06
    Vicky si blocca nell'istante in cui sente Damien parlare ancora. Sul suo viso balena un'espressione d'insofferenza, immediatamente rimpiazzata dal suo consueto sguardo attento. Si volta nuovamente verso il palco, ascolta le ultime parole dello Sceriffo e si limita ad annuire gettando uno sguardo rapidissimo a Brick. Poi continua nel suo incedere allontanandosi dal palco e dirigendosi verso l'esterno. La precedono il tizio del porto e la bionda che propone di muoversi con la propria macchina. Vicky, visibilmente di origini latine, ma con un accento appena percettibile, squadra la macchina poi volta lo sguardo verso il gruppo, risquadra la macchina, fa per dire qualcosa, poi si risolve per scrollare semplicemente le spalle "Ok" asserisce senza particolare convinzione. Poi ascolta la sua proposta circa la disposizione in macchina, sorride "Mi hai appena proposto l'unica cosa per cui avrei fatto i capricci, cara" risponde sarcastica. Si volta verso il resto del gruppo, passa in rassegna il viso di ciascuno dei presenti un paio di volte, poi si ferma su quello del vecchio. Occhi nei suoi. "Io sono Vicky" dichiara a tutti senza particolari fronzoli. Non lasciando nemmeno il tempo di una risposta immediata alla sua presentazione, apostrofa il tizio alto e pelato "Siccome ci hai tenuto a sottolineare pubblicamente che hai dei contatti al porto" abbassa leggermente il tono della voce "e io non ne farei un vanto, ecco" poi riprende il tono normale "mi aspetto che saprai come muoverti per non dare troppo nell'occhio, giusto?".
    [Modificato da Vicky_Herrera 23/02/2018 00:08]
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    JckBurton
    Post: 7
    00 25/02/2018 00:28
    Jack sorride rivelando una fila di grossi denti regolari, l'incisivo sinistro è d'oro.Mi muovevo senza dare nell'occhio al porto anche quando potevo andarci in pieno giorno, pronuncia la frase con tono allegro, senza aria di sfida, come a voler stemperare la tensione che si è creata fino a quel momento. Datemi un minuto per fare una telefonata e troveremo il campo sgombro e , volgendo lo sguardo verso la macchina di Nadia , parcheggio per il catorcetto e per il mio mezzostrizza l'occhio a Nadia e poi fa un cenno della testa verso una mustang nera parcheggiata poco più avanti.
    Si ficca la mano nella tasca della giacca e tira fuori due cellulari di quelli prepagati da due soldi, ne sceglie uno e si rimette l'altro nella tasca e fa partire una chiamata.
    Sono io. Si lo so che cazzo di ore sono, non dirmi che stavi dormendo. pausa..Barowsky non mi prendere per il culo, sarai sicuramente con qualche puttana, se non ti vuoi muovere manda uno dei tuoi ma mi serve un favore subito. Molo 43, si muove qualcosa stasera? attende la risposta Bene. C'è qualcuno che fa la guardia a qualche magazzino? ... Roba dei cinesi? Ascoltami bene. Ora tu o chi per te vai dal muso giallo a guardia di quel magazzino e gli dici di venire a bersi una cosa con te. Digli che gli assicuri che la roba del suo capo non sarà toccata e se necessario allungagli un centone, se ha problemi fai pure il mio nome al suo capo, vedrai che si fida. E fai in modo che NESSUNO passi dalle parti del molo 43 nelle prossime ore ok? Non solo la pattuglia, NESSUNO. il tono diventa imperiosoMi raccomando è IMPORTANTE ok?...Esatto, bravo. Non ti spiegherò un cazzo come al solito. Lo sai che mi sdebito sempre.... Ah, c'è un buco vuoto dove posso parcheggiare un paio di mezzi senza che nessuno venga a romperei coglioni?... Magazzino 213? ...Non importa, la chiave non mi serve. Metti il fabbro sul mio conto. Ti chiamo io quando tutto è tranquillo. riattacca e sorride nuovamente a Vicky.
    Bene, chi vuole venire sulla mia macchina?





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    Sara_BostonByNight
    Post: 7
    00 26/02/2018 14:13
    Brick guarda la Twingo gialla, guarda Nadia e Vicky, poi riguarda la Twingo, poi guarda la Mustang, poi di ancora la Twingo.

    "Grazie dell'offerta," dice sorridendo, "ma la 313 non fa per me."

    Poi si volta verso Jack. "E nemmeno la Batmobile."

    Si allontana dal gruppo, dirigendosi in un vicolo laterale e si avvicina alla scala di sicurezza di uno dei palazzi.

    "Ci vediamo al porto," fa agli altri, poi con una mossa fluida cerca di aggrapparsi alla prima piattaforma, facendo forza sulle braccia per issarsi.

    --
    Brick!
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    Mr Lowell
    Post: 3
    00 27/02/2018 08:09
    Mr Lowell, ha l'aria divertita.
    Si fa presso l'uomo dalle interessanti risorse, si accende un sigaro. Ne offre uno a Burton :"La sua iniziativa è ammirevole quanto la sua ... Shelby Cobra del 67, sbaglio?"
    Fa per assecondare l'invito di Burton. Intanto aspira una boccata profonda di un profumatissimo toscanello.
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    Driant
    Post: 11
    00 28/02/2018 14:33

    Il giovane dai capelli scuri compie un piccolo salto, afferrando gli ultimi pioli della scaletta di metallo e, a dispetto delle braccia apparentemente poco muscolose, si issa rapidamente e quasi senza sforzo. In un paio di minuti sparisce alla vista, dileguandosi su per il palazzo.
    Le due donne entrano nella Twingo gialla, che nicchia un paio di volte prima di avviare il motore. Qualche istante dopo, anche il basso rombo della Mustang risuona nel vicolo, mentre Burton e il vecchio col sigaro si accomodano sui sedili in pelle.
    Dopo un momento, i due veicoli si immettono nella via principale, in direzione South Boston.








    Musica Ambient


    Venti minuti dopo - Ore 00:35

    Fermi davanti alle saracinesche del magazzino 213, i quattro del gruppo si guardano attorno. Una nebbia densa e pesante avvolge il porto, rendendo sfocato il profilo di moli ed imbarcazioni. In lontananza si odono di tanto in tanto le sirene di segnalazione dei rimorchiatori, le luci di posizione delle gru che si muovono lente, lampeggiando in quella coltre grigia mentre spostano i carichi dei container. La pioggia continua a cadere, sottile, facendo penetrare il freddo fin nelle ossa e nella mente, intorpidendo i sensi.
    La città non dorme mai del tutto, e ancor meno le aree portuali, ma la zona pare sgombra, e nessuno si aggira attorno ai grossi capannoni e alle rimesse dei macchinari.
    Nessun segno in vista del giovane con gli occhiali.


    [Modificato da Driant 28/02/2018 22:38]
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    JckBurton
    Post: 7
    00 01/03/2018 20:50
    Dalla macchina proviene un suono ovattato di musica metal, jack spegne l'autoradio e controlla negli specchietti che dietro la mustang ci sia solo la twingo gialla. Secende dalla macchina e si dirige verso il bagagliaio scrutando di tanto in tanto la strada male illuminata. "Il molo 43 è ad un paio di isolati da qui", dice rivolto al finestrino della macchina gialla. Apre il bagagliaio ed estrae un lungo piede di porco.
    Si dirige poi verso la serranda chiazzata qua e là di ruggine del magazzino.
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