00 06/02/2018 00:14


Dimenticate la Boston che credete di conoscere.


Dimenticate le case pittoresche e gli allegri pub chiassosi. Dimenticate le parate colorate, le boutiques eleganti e gli angoli pittoreschi.
Appena oltre la superficie, al di là delle insegne opalescenti al neon, la vecchia, decadente città mostra il suo vero volto.
Le industrie pesanti, prive di controlli e sovvenzionate da individui privi di scrupoli, vomitano nel fiume tonnellate di scorie e liquami, avvelenando l'aria con i loro fumi tossici. I lavoratori sono poco più che schiavi nelle mani di padroni rapaci. Nelle periferie segnate dal degrado, regno dell'abuso edilizio degli ultimi trent'anni, bande di ladri, spacciatori e delinquenti imperversano indisturbate, mentre i poliziotti sul libro paga dei boss malavitosi guardano da un'altra parte.
Nei quartieri bene, politici corrotti e banchieri arrivisti si contendono le prime pagine dei migliori quotidiani prezzolati a colpi di scandali e citazioni in giudizio, contando sull'aiuto dei loro amici nei palazzi di giustizia e nelle amministrazioni, mentre sotto le loro finestre bambini affamati chiedono l'elemosina agli indifferenti passanti, gli orfani di coloro che hanno pagato il prezzo più alto per essersi trovati al posto sbagliato nel momento sbagliato.
Nei vicoli sporchi e poco illuminati, randagi macilenti frugano fra i cumuli di spazzatura dietro ai negozi, quelle botteghe che ancora sopravvivono pagando il pizzo al racket locale mentre vengono lentamente strangolate dalle tasse usuraie.
Profitto e ingordigia smodata sono ovunque i padroni assoluti, e la disperazione più nera chiude in una morsa i vulnerabili innocenti.

Ma nelle lunghe notti invernali, tra i grattacieli di vetro e acciaio e i pinnacoli delle chiese neogotiche, sono i veri artefici di tutto ciò a condurre gli eventi, tirando le fila dei loro burattini e tessendo trame che si dipanano nei decenni.

Non sono gli umani.

Sono i Vampiri...










La solitaria, malinconica melodia di un violoncello risuona sommessa nell'Elysium. La grande sala barocca della Boston Opera House, piena di oro, stucchi e affreschi, è quasi completamente deserta, eccettuati i pochi servitori Ghoul che si aggirano discretamente ai suoi margini.
Dalla penombra di una delle logge laterali, Damien osserva il patio al di sotto con aria pensosa, seduto accanto alla balaustra. Solo sul palco, Imogene Wedgewood suona il suo strumento, sfiorandolo con gesti aggraziati.
Perfino da quella distanza pare di poter distinguere il sorriso sardonico dell'Arpia.

"Eviterò preamboli inutili" esordisce d'un tratto lo Sceriffo, riportando lo sguardo sugli altri cinque presenti, tre uomini e due donne, seduti sul divano scarlatto di fronte a lui.
"E' il vostro primo incarico ufficiale, quindi sapete bene cosa questo possa significare per voi, e per la vostra esistenza futura..." sottolinea, osservandoli uno ad uno per un secondo, prima di aspirare un lungo tiro dalla sigaretta.
Si dice che il fumo sia un vezzo rimastogli da quando era ancora in vita.
"Siamo stati informati che stanotte arriverà in città uno straniero" prosegue Damien, sporgendosi un poco in avanti e puntellando i gomiti sulla scrivania di legno scuro, "un Fratello di cui non conosciamo il nome, nè gli intenti. Sbarcherà poco prima dell'una a South Boston, al molo 43".
La sua voce è pacata, quasi noncurante, mentre espone le informazioni. Ma chiunque, in città, sa che Damien Hammett non ricopre quella carica per caso.
"Voi lo seguirete senza dare nell'occhio. Gli darete un'ora di tempo, dopo di che, se non si sarà ancora presentato, lo preleverete e lo porterete qui. Nel frattempo, dovrete scoprire il motivo della sua visita", ordina, con un tetro sorriso.
"Domande..?"
[Modificato da Driant 09/02/2018 16:49]