00 19/02/2018 21:37
La donna bionda sospira rassegnata. Dimostra una quarantina d'anni ben portati e ha un look tra il ricercato e l'aggressivo, da tigre del ribaltabile, che però sembra decisamente fuori luogo su di lei. "Va bene, dobbiamo fare questa cosa, facciamola in fretta. Io sono Nadia". L'accento è inequivocabilmente russo, anche se la sintassi è perfetta. Il tono si sforza di essere cordiale. "Quella è la mia macchina e una patente ancora valida per ogni evenienza. Siamo in cinque. Non è esattamente un suv ma direi che ci stiamo, se ci stringiamo un po' e nessuno fa i capricci". E indica una vecchia Twingo gialla parcheggiata al lato della strada. Con tanto di tagliando per la sosta, pagato per un'ora, esposto diligentemente sul parabrezza. Fa una pausa, guarda l'uomo massiccio come per chiedergli il permesso e poi, facendo bene attenzione ad evitare lo sguardo del vecchio, fissa la ragazza mora. "Cara, perdonami, non ho afferrato bene il tuo nome. Siedi davanti con me?".