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Nemmeno la splendida l'elegia di morte che rimbomba in tutto il teatro in quella mattina gelida d'inverno riesce a sgomberare la sua mente dal pensiero rabbioso che per quel giorno aveva decisamente altri - e più urgenti - piani.
Ma una convocazione dello Sceriffo è merce da non sottovalutare, non solo per l'obbligo di obbedienza che esige, ma per il prestigio che un verdetto di missione compiuta potrebbe rappresentare.
Mente salda, sguardo circospetto e meticoloso passaggio in rassegna di ogni angolo della sala che possa essere raggiunto dalla vista solo roteando le pupille ai margini più esterni dell'occhio, ma senza spostare di un solo millimetro la testa. La sua diffidenza scivola, tra il palco e la platea, tra poltrona e poltrona, tra visi noti e sconosciuti, accompagnata dal violoncello di Imogene. Tenta di percepire eventuali minacce.
Un istante prima che Damien parli, getta una rapida occhiata ai Fratelli convenuti. Assottiglia leggermente lo sguardo come quando si cerca di ricordare qualcosa, poi all'udire il suono stentoreo della voce dello Sceriffo, si volta verso di lui.
La missione è chiara e apparentemente semplice, ma prima che possa formulare la propria domanda, un suono di voce tenue, ma fermo proviene da un punto imprecisato accanto a lei, dando voce a ciò che anch'ella stava pensando. Scruta per qualche istante la donna che ha parlato, poi torna con lo sguardo su Damien, in attesa della sua risposta.
Per ora, tace.
[Modificato da Vicky_Herrera 12/02/2018 11:43]