Burton sembra ignorare le domande rivoltegli, e si avvicina ad una delle due ampie serrande metalliche che chiudono la parte frontale del magazzino. Dopo aver dato un'ultima occhiata ai dintorni, fa scivolare un'estremità del piede di porco sotto il bordo della saracinesca vicino ad uno dei pesanti lucchetti che la chiudono. Le braccia massicce si flettono, facendo leva sulla barra di metallo, e dopo qualche secondo la lamiera cede, cigolando e gemendo, facendo saltare il chiavistello con un forte clangore metallico. Qualche altro momento e anche il secondo lucchetto lo segue. Infine , con un certo baccano, la serranda viene sollevata fino ad altezza d'uomo, permettendo di scrutare all'interno.
Il buio e l'odore di olio e grasso per motori accolgono il gruppo. Sulla destra dell'entrata, un interruttore accende una serie di pallide luci al neon.
Il magazzino è una sorta di hangar per veicoli, composto da un unico grande spazio aperto e di un piano rialzato realizzato con delle travature metalliche e assi di legno. Dall'intelaiatura del tetto pendono alcune catene e un paio di grossi ganci, mentre lo spazio sottostante è quasi totalmente ingombro di casse, materiali depositati e una dozzina di veicoli, tra cui due pick-up, dei muletti e un piccolo furgone bianco. Una porta metallica si apre sulla parete destra, poco oltre la saracinesca, e un'altra si trova sul fondo del magazzino, all'altezza del piano rialzato.
Dalle ombre di una delle stradine laterali emerge silenziosamente la figura del giovane con gli occhiali.
[Modificato da Driant 09/03/2018 20:28]